Ormai anche la scienza lo dice apertamente: il Co-sleeping, se praticato in modo sicuro, fa un gran bene e andrebbe praticato almeno fino ai 12 mesi.
Fa bene al bambino, che si sente rassicurato dalla vicinanza di mamma e papà, e fa bene ai genitori, che possono affrontare meglio i risvegli notturni del piccolo, se lo hanno vicino al proprio letto.
Vicino, appunto, ma non dentro. Perché c’è grande differenza tra co-sleeping e bed sharing.
Moltissime persone commettono, ancora oggi, l’errore di pensare che co-sleeping significhi condividere il letto col bambino.
Niente di più sbagliato.
Condividere il letto col bambino, per esempio ponendolo a dormire accanto a sé, significa fare bed sharing ed è una pratica molto pericolosa, perché espone il piccolo al rischio di soffocamento e schiacciamento da parte dei genitori durante il sonno.
Il Co-sleeping è la pratica di condividere il sonno, ossia dormire insieme, nella stessa stanza, il più possibile vicini, ma in spazi fisici ben distinti e separati.
In questo modo il piccolo e i suoi genitori possono sentirsi e toccarsi ma non c’è alcun pericolo di fare del male al bambino.
Secondo il Ministero della Salute, “la condivisione del letto dei genitori non è la scelta più sicura perché può portare ad un aumento del rischio di SIDS nei primi mesi, ed è particolarmente pericolosa se viene praticata su un divano, se i genitori sono fumatori, hanno fatto uso di alcol, farmaci, sostanze psicoattive o per altre ragioni non sono in buone condizioni di vigilanza (es. stanchezza), nelle prime settimane di vita del bambino o se questo è nato pretermine o piccolo per l’età gestazionale. Ai genitori andrebbero presentate le possibili alternative al bed sharing, come tenere il bambino sul proprio letto solo mentre lo si allatta, spostandolo poi nella culla dopo la poppata e le coccole. Quando la mamma allatta è bene che l’operatore le consigli di preferire sempre il letto al divano, rimuovendo da esso tutti gli oggetti soffici e assicurandosi che il bambino non possa cadere, se si sente molto stanca e vi è la possibilità che si addormenti allattando”.
È molto semplice: assicurando al neonato un luogo fisico il più vicino possibile al letto di mamma e papà ma ben distinto e separato da esso.
Per esempio, ponendo accanto al letto dei genitori una culla o un lettino con spondina scorrevole, che permetta:
ai genitori di intervenire per ogni necessità del piccolo senza alzarsi dal letto
al neonato di essere vicino a mamma e papà senza pericoli per la sua salute
Ci sono molti prodotti in commercio che assicurano questa possibilità.
Perfette sono le culle per co-sleeping, progettate espressamente per agganciarsi al letto dei genitori mantenendo i due spazi completamente separati.
Ad esempio, Joie Roomie Glide è la culla per co-sleeping sicuro con funzione dondolo che si aggancia a tutte le tipologie di letto, inclusi i divani, grazie ai suoi 11 livelli di regolazione in altezza.
Può addirittura essere regolata con inclinazione differenziata sui due lati, per facilitare la digestione del bambino o aiutarlo se soffre di reflusso gastro-esofageo.
È un prodotto assolutamente eccezionale se siete intenzionati a fare co-sleeping col vostro bambino: per maggiori informazioni tecniche sul prodotto, leggete la recensione tecnica e venite a scoprire Joie Roomie Glide in negozio!